Risoluzione chirurgica dell’ Alluce Valgo  ed implicazioni   reflessologiche.

                                                     A cura di Armellino Giuseppe

                                                                Maggio 2004

 

L'alluce valgo è una tra quelle patologie del piede  tra le più diffuse;   definita da una  deformità del primo dito,  si presenta con  una deviazione laterale della falange  sulla testa metatarsale con una tumefazione  dolente  – conosciuta  come  “a cipolla"  della parte interna.
La persona  lamenta  dolore  sotto carico localizzato sulla pianta del piede ed interferenza della parte mediale della testa del metatarso  quando il piede  viene  costretto in una  scarpa.

Spesso  si  denota   una deformità del  2° dito,  posizionato a martello  o si  abbina  al  Neuroma di Morton.
L'età  in cui si riscontrano più  persone con tale problema ( in  prevalenza di sesso femminile ) è compresa  tra i 40 ed i 60 anni,  ma si è  notato un aumento  anche in  persone più giovani,  intorno ai 30 anni o meno.

 

La  patologia vede le proprie cause, secondo la medicina ufficiale,  nell’ utilizzo  di calzature troppo alla moda , strette e con  tacco alto, oltre  a  fattori  predisponesti  di tipo editario..


 

L’ 'intervento chirurgico diventa quasi indispensabile, quando  il livello di dolore e  la sopportabilità  arrivano  ai limiti,  ricorrente, quasi costante,  in particolare modo  durante la deambulazione,  con comparsa di arrossamento e gonfiore  ( indice di una borsite  con espansione del liquidi sinoviale contenuto nella capsula del periostio ) sulla prima articolazione metatarso falangea ( la cosiddetta “cipolla” ),  con comparsa di  dolore sotto la pianta del piede ed eventuale fastidiosa  callosità  -

 con la   conseguente  difficoltà ad indossare  calzature – ed  è  il paziente stesso che alla fine richiede di essere sottoposto ad intervento chirurgico per  tentare di risolvere in modo definitivo  la  sintomatologia dolorosa  e  limitazione funzionale .

Nella risoluzione  chirurgica si cerca  di  variare  ed eliminare  quelle componenti di alterazione instaurate nel tempo,   le quali  hanno portato all'insorgenza della sintomatologia dolorosa associata alla deformità  dell’articolazione  - ottenendo  la scomparsa del dolore tramite  correzione della deformità stessa.
 

Sono svariati i tipi  di intervento,  singoli od in  associazione  a procedure per altre patologie  delle dita ( es.  :  dito a martello)   valutando  parametri  quali  età,  peso,  eventuale piattismo o cavismo della volta,  aspettative di riuscita della persona  ed anche lo stato di vascolarizzazione dell'arto inferiore.

 

Ma,  eventualmente risolta la componente meccanica del  problema, quali  sono  l’impatto  e le conseguenze dell’operazione chirurgica  - a distanza di tempo  - sull’articolazione viste  dal punto di vista della Reflessologia ?

 

Tralasciando  volutamente  spiegazioni  di  origine psicosomatica,  dopo aver  avuto modo di  osservare  e studiare un gruppo  costituito da   6 persone  sofferenti  di tale problema e provenienti tutte da esperienza di  risoluzione chirurgica  (  da 1 a  2  anni prima )  sono arrivato ad una serie di riflessioni e constatazioni :

 

Durante le  sessioni  (  circa 12 per soggetto )  ho rilevato  un irrigidimento articolare localizzato sull’ articolazione  tra il primo metatarso e la  prima falange e tra la prima e seconda falange del primo dito con  una difficoltosa  e profusa  immobilità articolare  nel tratto metatarsico (  in modo  particolare  tra il primo ed il secondo ).

La causa è probabilmente da   attribuire alla precedente operazione;  nell’ intervento che viene  definito  PDO ( Osteotomia Percutanea Distale )  in cui si tende a correggere la deviazione del metatarso  tramite  resezione dell’ osso,  eseguendo un’ incisione  cutanea di circa un centimetro localizzato a livello distale del metatarso e della prima falange.

 

Al  tatto   si è rilevata   presenza di un rilievo  dovuto al rigenerarsi della massa ossea  stessa.

Questo ha contribuito notevolmente ad  una ipomobilità  dell’articolazione nei suoi segmenti.

In due persone del gruppo  il blocco del movimento è esteso a circa 3 ossa metatarsiche, a partire dal primo -lato mediale verso il centro,  compromettendone  la funzionalità .

La muscolatura del piede si dimostra rigida, dura così come la  schiena e la postura dei soggetti in esame.

 

Particolare ricorrente  è la presenza  di  callosità   localizzata sotto all’ articolazione tra  prima e seconda falange,  particolare che  può essere indice di una rigidità a livello nucale  ( ricordiamo che le zone reflesse interessate  rappresentano la colonna vertebrale, principalmente il segmento cervico-dorsale, il tratto  prossimale della prima falange si articola con l’epifisi distale del primo metatarso  ed è sede della settima vertebra cervicale ).

 

 

La seconda falange, dal punto di vista reflessologico  comprende la calotta cranica con tutte le sue componenti;   l’ articolazione falange-falangina rappresenta l’articolazione atlante-epistrofeo ( la prima  e seconda vertebra cervicale ) -  articolazione della testa /  collo che permette la lateroflessione ed estensione del capo.

 

Consideriamo  la presenza delle  molteplici innervazioni  costituite dal  Plesso Cervicobrachiale,   esternamente il processo mastoideo, il muscolo Sternocleidomastoideo, il Nervo  Auricolare, il Nervo Frenico, mentre  internamente il segmento, in zona metatarsica  è sede dei muscoli intercostali,   antero-dorsali  e plantarmente  nel tratto prossimale  del  primo  metatarso

( lato estero )  rileviamo i punti del  Diaframma e Nervo Vago.

 

Sono presenti  inoltre  a livello delle estremità delle dita   punti di interesse che riguardano  i meridiani energetici.

 

 

 

 

I parametri che accomunano il gruppo sono i seguenti :

 

  • Sesso femminile con età compresa tra i 55 e 70 anni
  • Presenza di dolori diffusi alla muscolatura del collo ( 6 ),  Cervicobrachialgia (  3 )
  • Cefalea ricorrente ( 6 ), Lombalgia ( 4 )
  • Formicolii alla mano dx ( 2 )  ed alla mano sx. ( 3 )
  • Difficoltà di presa di oggetti ( 3)
  • Pensieri ricorrenti  e stato d’animo negativo, ansia e momenti di depressione a volte ricorrenti e/o continui ( 3)
  • Difficoltà di digestione e sonnolenza post-prandiale accentuata ( 3 )
  • Vertigini e leggeri acufeni ( 4  )

Il trattamento che è stato impostato  (  sempre  a livello soggettivo )   ha tenuto conto di una certa linea guida generale tra cui i  punti più importanti sono stati :

  • Manovre di  detensionamento  muscolare con impastamento del piede, manipolazione delle   falangi .
  • Apparato urinario in apertura,  per favorire e preparare l’organismo all’eliminazione delle tossine.
  • Rotazione del  primo dito con trazione  assiale delle falangi.
  • Circolazione linfatica superiore e del tratto cervico-dorsale ( per veicolare la linfa e le tossine )
  • Plesso Solare
  • Diaframma ( per allentare le tensioni, migliorando la capacità respiratoria )
  • Rachide cervicale ( iniziando dall’ Atlante ed Epistrofeo ), Muscolo Trapezio e SCM coinvolgendo tutta la zona alla base della prima falange  ( esercitando azione sulla muscolatura del collo  e del cingolo scapolare, favorendo una mobilità del collo.)
  • Plesso cervicale e Cervicobrachiale
  • Nervo Vago 1, 2, 3 , Nervo Frenico e Diaframma : per lavorare sulla funzionalità emozionale, sull’ansia 
  • Vertebre toraciche e nervi intercostali, punti dei muscoli sottoscapolari
  • Apparato Urinario, Reni, Ureteri : per veicolare le tossine
  • Fase di mobilizzazione articolare del piede, per  rilassare la persona.
  • Vertebre lombari : coinvolgendo il sistema nervoso periferico e coinvolgimento diretto  con  le vertebre cervicali nella flessibilità della colonna vertebrale.
  • Ipofisi e Surreni : interessando la componente endocrina in quanto un lavoro che interessa in contemporanea i due punti  bilateralmente  permette di liberare una quantità di Adrenalina maggiore per contrastare il senso di spossatezza e vuoto energetico.
  • Orecchio + nervo acustico,. Nervo Cocleare  e Vestibolo :  in quanto rilevati acufeni e senso di  vertigine.
  •  
  • Coinvolgo nel lavoro anche i punti di agopuntura relativi ad alcuni meridiani, localizzati sulle estremità ( piedi e mani ):

Punto IT3 :  ha effetto tonificante, indicato in  dolori al collo e  cervicalgie,   cefalea a carattere            

                    tensivo, vertigini e torcicollo ( influenza  i meridiani  Vaso Governatore, Vescica, 

                    Intestino Tenue  ) .

V60  :           Punto che interessa il  Rene  agendone  in senso  tonificante.

 

Massaggio dei punti ST36 di  Stomaco,  MP 6  di Milza  e  F2 e F3 di  Fegato :  indicati  in stati di 

                   stanchezza  e stress psicofisico.

 

V62 :  per lombalgie e lombosciatalgie, insieme al punto IT3  potenzia l’efficacia. Indicato per 

          dolori che coinvolgono le caviglie e contrazioni muscolari.

 

MC6  e  C7 :   insieme alle zone reflesse del nervo Vago  alleviano l’ansia ed il senso di nervosismo.

Conclusioni :

 

Quanto emerso dalle sessioni –  ( pur considerando il numero di persone coinvolte non numeroso e da un punto di vista statistico  non fortemente determinante  può essere in ogni caso spunto di ulteriori ricerche ed osservazioni )  -  mi ha  indotto  alla conclusione che  un intervento chirurgico,  invasivo  come quello  descritto  sebbene   dal punto di vista della deambulazione può  portare a risultati accettabili ( ma non tutte le persone interessate  sono state  perfettamente soddisfatte – a distanza dall’evento – di quanto ottenuto ),   Reflessologicamente   ha comportato l’innescarsi di problematiche successive dipendenti  probabilmente dal fatto  che un’interruzione  della continuità della massa ossea e la conseguente comparsa di tessuto osseo e cicatriziale  nel tratto dell’incisione possono  creare    l’interruzione  o  perlomeno  veicolare  i segnali nervosi  locali in modo anomalo favorendo la mal  funzionalità articolare del piede e  la comparsa dei disturbi.

Al  termine  dell’ iter  reflessologico   i  risultati  ottenuti  sono stati  in ogni caso soddisfacenti, in quanto  sono state  ottenute  migliorie  rispetto allo stato iniziale quali :

 

  • Riduzione del  dolore alla muscolatura del collo ( 6  )  e  scomparsa dei  dolori a livello

Cervicobrachiale   con  miglioramenti nella  presa di oggetti  ( 4 )

  • Cefalea ricorrente  diminuita  ( 5 )
  • Lombalgia  ( 4 )
  • Stato emotivo  e preoccupazioni   ricorrenti  diminuite  con riduzione dello stato d’ansia e momenti di depressione .( 3  )
  • Difficoltà di digestione  migliorata . 4 )
  • Vertigini e leggeri acufeni  fortemente ridotti (  4  )